Accesso semplificato al Fondo di garanzia per le Pmi innovative

Accesso semplificato al Fondo di garanzia per le Pmi innovative

Sole24ore – 19 maggio 2016

Corsia più veloce per le Pmi innovative che vogliono accedere al Fondo di garanzia. Si è sbloccato, dopo una lunga impasse, il decreto interministeriale Mise-Mef che regola l’accesso semplificato al Fondo: il provvedimento è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n.114 del 17 maggio. La procedura semplificata prevede la possibilità di accesso al Fondo di garanzia per le Pmi senza che il gestore del Fondo effettui la valutazione del merito creditizio dell’impresa beneficiaria: in pratica in alcuni casi sono gli stessi soggetti richiedenti, banche o confidi, a poter certificare il merito di credito delle imprese a cui concedere il finanziamento “coperto” (fino a un massimo dell’80%) dallo Stato.

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Carmine Fotina

Corsia più veloce per le Pmi innovative che vogliono accedere al Fondo di garanzia. Si è sbloccato, dopo una lunga impasse, il decreto interministeriale Mise-Mef che regola l’accesso semplificato al Fondo: il provvedimento è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n.114 del 17 maggio. La procedura semplificata prevede la possibilità di accesso al Fondo di garanzia per le Pmi senza che il gestore del Fondo effettui la valutazione del merito creditizio dell’impresa beneficiaria: in pratica in alcuni casi sono gli stessi soggetti richiedenti, banche o confidi, a poter certificare il merito di credito delle imprese a cui concedere il finanziamento “coperto” (fino a un massimo dell’80%) dallo Stato. Fino a ora hanno potuto accedere alla procedura semplificata solo le operazioni finanziarie che, oltre a rispettare una serie di requisiti collegati al fatturato, non sono assistite da garanzie reali o fideiussioni bancarie o assicurative e che siano concesse a imprese rientranti nella “fascia 1” di valutazione del Fondo. II decreto interministeriale 23 marzo 2016 prevede ora, esclusivamente per la categoria delle “Pmi innovative”, che l’accesso al Fondo tramite la procedura semplificata possa avvenire, fermi restando gli altri requisiti previsti dalle disposizioni operative, anche nel caso in cui l’impresa rientri nella “fascia 2” di valutazione. Al di là dei tecnicismi, un ampliamento considerato significativo dagli esperti che lavorano alla materia. Oggi le Pmi innovative, nate come sezione speciale del registro delle imprese con il decreto Investment compact del 2015, sono 168. Finora sono stati svolti una decina di road show per far conoscere le agevolazioni e le semplificazioni riservate a questa nuova categoria di imprese, con l’obiettivo di incrementarne il numero. Per Alberto Baban, presidente della Piccola Industria di Confindustria, il decreto sul Fondo di garanzia sblocca «uno strumento importante per consolidare questa particolare categoria di imprese che hanno in comune la vocazione all’innovazione. Si sta plasmando una platea di imprese che sanno mettere l’innovazione al centro della strategia e renderla parte del loro dna in modo permanente». In particolare, osserva Baban, «l’accesso più semplice al Fondo digaranziadiventacruciale in un momento in cui si cerca di rivitalizzare la finanza d’impresa. Non si può dimenticare che l’impiego italiano delle garanzie statali è circa un quarto di quello francese, un quinto di quello tedesco. Insomma abbiamo davanti un potenziale enorme da sfruttare». Per essere considerate «innovative», e accedere ai vantaggi del decreto Investment compact, le Pmi devono soddisfare tre requisiti. Innanzitutto, almeno il 3% del maggiore tra costi e valore totale della produzione deve riguardare attività di ricerca e sviluppo. Il team inoltre deve essere formato per un terzo da personale in possesso di laurea magistrale; oppure per un quinto da dottorandi, dottori di ricerca o laureati con 3 anni di esperienza in attività di ricerca certificata. Infine, l’impresa deve essere depositaria o licenziataria di almeno una privativa industriale, oppure titolare di un software registrato.

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